Programma il futuro è il progetto triennale dedicato al coding e al pensiero computazionale promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca in collaborazione con CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica), pensato per le scuole primarie e secondarie, che sta entrando nel suo secondo anno di vita.
Lanciato durante l’anno scolastico 2014-2015 e rilanciato a settembre 2015 con una conferenza stampa a Montecitorio, ha grandi ambizioni: avvicinare migliaia di studenti italiani al coding, il pensiero computazionale, per diffondere la cultura digitale che in Italia cresce, ma non abbastanza velocemente.
Le attività dello scorso anno hanno visto più di 300.000 studenti coinvolti in lezioni di coding e, per il secondo anno, il desiderio del Ministero è di triplicare le cifre, arrivando a un milione di alunni. L’intento è quello di promuovere presso un numero sempre maggiore di scuole l’importanza della cultura digitale
all’interno dell’istruzione base degli studenti, e della formazione costante degli insegnanti: lo sviluppo del pensiero computazionale infatti è arrivato a un tale livello di pervasività da non essere più semplicemente uno strumento di lavoro o di studio, ma una modalità vera e propria di apprendimento. “Questo progetto è nato con l’idea di far capire che il pensiero computazionale è uno strumento utile non solo per i futuri tecnologi, ma per tutte le professioni – hanno spiegato Giorgio Ventre ed Enrico Nardelli, coordinatori del progetto per il Cini – Il successo che abbiamo avuto nel primo anno ci conforta e conferma che questo messaggio è stato recepito e che davvero il coding può aiutare ad apprenderne l’uso come metodo di ragionamento”.
Per evitare quindi i ritardi dell’istruzione italiana nei confronti della cultura digitale, si è pensato di partire sin dalle scuole primarie con semplici lezioni di programmazione base che costituisce il linguaggio dei computer.
Gli alunni e i docenti hanno avuto a disposizione, e avranno anche per i prossimi due anni, strumenti digitali e non, per imparare in modo giocoso e divertente il coding. Per l’edizione 2015-2016 il MIUR promette agli insegnanti più supporti didattici per le lezioni e un maggior numero di volontari messi a disposizione dalle aziende che collaborano con l’iniziativa (Telecom Italia, Samsung, Microsoft Italia, Engeneering, Deascuola – unico editore a sostenere l’iniziativa – Intel e altri).
L’ambizione di triplicare i dati dello scorso anno (16.500 classi coinvolte tra primarie e secondarie, con punte di successo di adesione in Lombardia, Puglia e Campania) rivela l’intento di superare il digital divide, l’ignoranza del mondo digitale che affligge ancora la nostra popolazione, dove il 38% non si è mai connesso ad Internet nella propria vita.
“Dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi a non diventare solo consumatori di tecnologia” ha dichiarato la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini, “ma anche conoscitori alfabetizzati del mezzo, in modo da sviluppare una visione critica delle nuove forme di comunicazione”.
Puoi seguire gli sviluppi dell’iniziativa sul sito http://www.programmailfuturo.it e sui social, account Twitter @ProgrammaFuturo e Facebook.