
L’inizio dell’anno scolastico è sempre un momento importante, sia per voi insegnanti che per le studentesse e gli studenti: carico di buoni propositi, del bisogno di “ripartire bene”. Quest’anno poi, come il precedente, ai buoni propositi si aggiunge la preoccupazione di riuscire a superare le difficoltà causate dalla pandemia che hanno colpito la scuola in modo significativo. Come insegnanti tendiamo in particolare a dare molto rilievo alle carenze e lacune che le studentesse e gli studenti possono aver accumulato nel periodo di didattica a distanza. D’altra parte le Prove INVALSI 2021 evidenziano un calo significativo nei risultati.
Ma la didattica a distanza e i distanziamenti in classe hanno prodotto altri effetti negativi: i rapporti sociali hanno risentito fortemente delle restrizioni anti-Covid. Nessuno è in grado di prevedere i danni che questo periodo ha provocato nelle ragazze e nei ragazzi, in età in cui il rapporto con i coetanei è un elemento fondamentale per la crescita dell’individuo.
Credo quindi che questi due aspetti, la dimensione delle conoscenze e competenze e quella delle relazioni, vadano curati entrambi con particolare attenzione.
Del resto non si tratta affatto di una forzatura, anzi! In matematica infatti sono importanti i processi di pensiero, più che i prodotti, cioè le risposte. Una risposta “giusta” data a caso non ha alcun valore, e viceversa anche in un processo incompleto possiamo riconoscere ragionamenti sensati.
Questa importanza dei processi rispetto ai prodotti ha una serie di conseguenze.
Innanzitutto la consegna, cioè il tipo di domanda e il modo di porla, ha un ruolo cruciale. Se vogliamo sollecitare processi di pensiero dobbiamo porre domande adeguatamente complesse, che costringano la studentessa o lo studente a cercare di mettere in relazione le sue conoscenze, invece che spingerla o spingerlo a tentare una risposta immediata. Naturalmente se le domande sono complesse dobbiamo dare il tempo necessario per riflettere prima di rispondere.
Inoltre è attraverso la comunicazione e l’argomentazione che l’insegnante può conoscere i processi di pensiero di studentesse e studenti: il confronto fra pari rende naturale l’esigenza di comunicare e argomentare la propria posizione, favorendo quindi anche l’uso del linguaggio (quotidiano e matematico) per parlare di matematica e lo sviluppo di competenze di argomentazione in ambito matematico.
In definitiva in un insegnamento della matematica centrato sui processi è importante proporre attività adeguatamente complesse, da affrontare in classe, magari prevedendo prima una fase di riflessione individuale, e poi una fase di confronto e discussione all’interno di un gruppo.
Le studentesse e gli studenti si devono sentire completamente libere e liberi di pensare, di esplorare, e quindi di sbagliare, senza rincorrere ansiosamente la risposta giusta: è chiaro allora che un’attività come quella descritta non deve essere soggetta a valutazione sommativa.
Esempi di attività di questo tipo sono proposti nella nuova area di Zona Matematica “Ripartiamo bene”, preceduti dalla proposta di una riflessione sul rapporto con la matematica finalizzata a far emergere la visione della matematica che ciascuna studentessa e ciascuno studente hanno costruito (centrata sui processi/sui prodotti).
Credo si possa iniziare da qui per “ripartire bene”.
Scopri in Zona Matematica l’area dedicata:
Vai all’area “Ripartiamo bene” del I grado
Vai all’area “Ripartiamo bene” del II grado – I biennio
Vai all’area “Ripartiamo bene” del II grado – II biennio e V anno
Questi temi verranno approfonditi nel webinar di Rosetta Zan:
“Ripartiamo bene: insegnare matematica facendo domande“