Manca poco più di un mese alla conclusione dell’anno scolastico, nelle aule e nei corridoi si respira un’aria a metà tra la rilassatezza delle imminenti vacanze e l’ansia di chi sa di avere ancora molto lavoro da svolgere, con il rischio dietro l’angolo di vedersi sfuggire questi ultimi giorni alla caccia degli ultimi voti. Proviamo a proporre un cambio di prospettiva e chiediamo ai nostri alunni di non limitarsi a svolgere gli esercizi che assegniamo noi a loro, ma di inventarne uno o due a loro volta.
Questa attività può essere svolta in classe, anche in piccoli gruppi, e può essere oggetto di valutazione perché inventare un esercizio coerente, risolvibile, specifico ed eventualmente ambientato richiede comprensione dei contenuti e competenze nel loro utilizzo. Se successivamente assegneremo questi esercizi ad altri compagni, avremo giudici attentissimi a ogni piccolo errore o incongruenza.
Ai ragazzi più grandi, quelli di terza, possiamo chiedere di inventare un problema da risolvere con un’equazione di primo grado. Saranno loro a scegliere se il loro esercizio riguarderà aritmetica, geometria o, ancora meglio, prenderà spunto da una situazione reale: anche le loro scelte ci permetteranno di avere un’idea di quanto hanno recepito i nostri inviti a scoprire la matematica in ciò che ci circonda.
In seconda chiediamo di inventare un problema sul teorema di Pitagora. Per rendere più agevole il loro lavoro, possiamo fornire ai nostri studenti delle indicazioni, per esempio assegnando a ciascuno una figura geometrica da cui partire o alcuni termini da utilizzare obbligatoriamente, come per esempio equivalente, proiezione, perpendicolare, … Può essere efficace far estrarre questi termini o le figure geometriche da un’urna colma di bigliettini: ogni studente sarà chiamato a svolgere un compito unico e personale.
Gli alunni di prima necessiteranno di una guida maggiore: possiamo fornire loro un canovaccio da seguire, per esempio un problema sulle frazioni o sul perimetro di un triangolo isoscele da riprodurre con numeri e grandezze diverse.
Durante lo svolgimento di questa attività lasciamo a loro disposizione il libro di testo e gli appunti per renderla inclusiva; se temiamo che i nostri alunni si limiteranno a copiare uno degli esercizi già svolti, aggiungiamo l’originalità come parametro di valutazione: insegneremo loro che la matematica è anche fantasia.