A scuola di riciclo … in vacanza

A scuola di riciclo … in vacanza

In occasione di una recente vacanza a Berlino, per dissetarmi durante le lunghe camminate che mi hanno permesso di scoprire una capitale moderna e affascinante, ho quotidianamente avuto la necessità di comprare nei supermercati alcune bottiglie di acqua, anche a causa della scarsa presenza in città di fontane pubbliche. Controllando come d’abitudine lo scontrino della spesa, ho notato la voce “Pfand” (letteralmente “deposito”) che ho scoperto essere collegata a un efficiente sistema di riciclaggio delle bottiglie di plastica o vetro e delle lattine di alluminio.

Il servizio consiste nel far pagare in anticipo al consumatore una cifra simbolica, che varia da $0,08$ euro a $0,25$ euro, per ogni contenitore di liquidi acquistato. Questo Pfand viene poi restituito al cliente, tramite buono d’acquisto, a seguito del deposito dei contenitori vuoti in appositi dispositivi per la raccolta differenziata. Lo scontrino emanato riporta la cifra rimborsabile presso il medesimo punto vendita (scalabile dall’importo totale di una futura spesa o incassabile in contanti in cassa). La maggior parte dei supermercati prevede un’area dedicata per le operazioni qui sopra descritte (qui vedete una foto esemplificativa).

Questo sistema mi ha talmente incuriosito che ho immediatamente cercato maggiori informazioni, pensando a come illustrare in classe questa nuova interessante esperienza.

Ho così trovato sul web un video del $2019$ dedicato a questo argomento, prodotto dalla RAI, che ho proposto alle ragazze e ai ragazzi della classe seconda, cogliendo l’occasione per far fare un po’ di calcolo aritmetico, ma anche qualche riflessione sulla raccolta differenziata in ambito dell’Educazione civica.

Nella maggior parte dei casi, l’acqua che ho comprato aveva un sovrapprezzo di $25$ centesimi, indipendentemente dalla capacità della bottiglia. Così ho proposto un’attività di rapporti percentuali per poter confrontare quanto incida questa “sovrattassa” su formati molto differenti tra loro. Ho proposto diversi prezzi di singole unità e ho chiesto alle studentesse e agli studenti di completare i calcoli in tabella:

ContenitorePrezzo netto di acquistoPfandRapporto Pfand/prezzoPercentuale di tassazione 
Bottiglia $1,5$ l$1,23$ euro$0,25$ euro$\dfrac{0,25}{1,23}\sim 0,20$$20\%$
Bottiglia $0,5$ l$0,53$ euro$0,25$ euro$\dfrac{0,25}{0,53}\sim 0,47$$47\%$
Lattina $33$ cl$0,65$ euro$0,25$ euro$\dfrac{0,25}{0,65}\sim 0,38$$38\%$
Bottiglia vetro $0,25$ l$1,12$ euro$0,25$ euro$\dfrac{0,25}{1,12}\sim 0,22$$22\%$
Bottiglia $1$ l$0,99$ euro$0,25$ euro$\dfrac{0,25}{0,99}\sim 0,25$$25\%$
Bottiglia vetro $0,75$ l$1,76$ euro$0,25$ euro$\dfrac{0,25}{1,76}\sim 0,14$$14\%$

Da questi calcoli abbiamo dedotto che nella metà dei casi la tassazione è maggiore o uguale a un quarto del prezzo netto: di questi in un caso più di un terzo e in un altro quasi la metà. Se il sovrapprezzo a una prima impressione può sembrare eccessivo, permette in realtà alle cittadine e ai cittadini tedeschi (e alle turiste e ai turisti stranieri di buona volontà) di impegnarsi in prima persona nella raccolta differenziata e in particolare nello smaltimento corretto di plastica e vetro per ottenere in cambio il rimborso del “deposito” pagato.

Questo mi ha permesso anche di capire meglio il motivo che spinge persone in difficoltà a cercare e rovistare tra i cestini della metropolitana e che raccolgono bottiglie da terra in diverse parti della città. Per queste persone, probabilmente disoccupate e che hanno necessità di trovare espedienti disparati per “sbarcare il lunario”, la raccolta rappresenta la possibilità di reperire legalmente un piccolo gruzzoletto da poter spendere in beni di prima necessità nei supermercati e fa sì che la città sia più pulita e meno inquinata.

Questo servizio è attivo in Germania dal $2003$ e si è dimostrato valido e molto attuato dalla popolazione, che si è detta contenta di poter fare la propria parte nella conservazione del Pianeta attraverso un gesto semplice e quotidiano. La domanda sorta spontanea tra le studentesse e gli studenti è stata la seguente: “perché non si può fare anche in Italia?” Chissà che questa esperienza non possa portare alcuni di loro a riflettere profondamente in merito affinché iniziative simili vengano proposte e apprezzate dalle cittadine e dai cittadini italiani di oggi e di domani.

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