Quando prepariamo le lezioni, scegliamo gli esercizi, scriviamo le verifiche e allestiamo i corsi di recupero abbiamo in mente le nostre alunne e i nostri alunni, le loro esigenze, le loro difficoltà di apprendimento, le loro situazioni e le loro caratteristiche. È giusto che sia così, chi studia deve essere protagonista del processo di apprendimento, ma è anche una fortuna che sia così: gli anni procedono uno dopo l’altro come altrettante sfide e avventure, mai uguali, e il nostro lavoro è simile a quello di un pittore che dipinge lo stesso soggetto in situazioni diverse.
In alcune classi abbiamo bisogno di far toccare con mano i concetti, attraverso piccole attività laboratoriali, in altre è sufficiente suggerire un’analogia per aiutare a comprendere un concetto astratto. In una terza potremmo dover ancora insistere sulla precisione e il linguaggio specifico, mentre nella seconda, proprio nell’aula del piano di sotto, non ne abbiamo alcun bisogno.
Con l’insegnante di Tecnologia organizziamo un’attività di Educazione civica sul consumo energetico e nella classe a fianco, che è un po’ più indietro, proponiamo l’ora successiva un’attività di recupero a piccoli gruppi utilizzando dei video.
Questi sono solo alcuni esempi, ma nella scelta e nell’utilizzo del libro di testo, che solo “libro” non è più già da qualche anno, dobbiamo tenere conto di questa variabilità per poter adattare il nostro insegnamento a chi abbiamo davanti. Con alcuni punti fermi, però: vogliamo educare le nostre alunne e i nostri alunni a ragionare con la loro testa, a rileggere nel mondo che li circonda gli argomenti affrontati a scuola, a scoprire il perché delle cose, a individuare il filo conduttore della Matematica dei tre anni della scuola secondaria di primo grado per riconoscere che a sua volta è inserita in un percorso ancora più grande.
Se poi avremo gli strumenti per sentirci dire “professore, possiamo fare di nuovo quel gioco con il foglio di calcolo sulle frazioni che abbiamo fatto l’altra volta sulla LIM?”, sarà semplice lasciare il messaggio più importante: che la Matematica è una materia bellissima da imparare e su cui vale la pena impegnarsi.
Luigi Ferrando ha approfondito l’argomento insieme a Roberto Vanzetto nel webinar “Insegnare con… #Supermath”. Guarda il webinar registrato.